Vantaggi economici conseguibili dai membri di un autoconsumo collettivo condominiale
Le Comunità Energetiche Rinnovabili rappresentano una vera e propria rivoluzione nel settore energetico, dove i cittadini (prosumer) diventano protagonisti attivi del processo di produzione e consumo dell’energia. Rimandiamo alla rete l’approfondimento di cosa sono e come funzionano, vista l’ampia disponibilità di pubblicazioni sul tema. In questo articolo raccontiamo una nostra recente analisi su un piccolo condominio di 3 utenze proprio per evidenziare come è possibile realizzare un autoconsumo collettivo anche in piccole realtà del nostro territorio.
Il quadro legislativo delle CER: a che punto siamo
La proposta di decreto che incentiva la diffusione di forme di autoconsumo di energia da fonti rinnovabili e che il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica aveva inviato all’Unione Europea è stata approvata a fine giugno 2023. A breve si attende la pubblicazione in gazzetta.
In attesa del testo definitivo, possiamo anticipare che i membri delle comunità energetiche potranno usufruire di due tipi di agevolazioni, un incentivo in tariffa basato sulla potenza erogata dall’impianto e un contributo a fondo perduto attraverso fondi del PNRR riservato alle comunità energetiche costituite nei comuni con meno di 5mila abitanti. Il contributo previsto ammonterebbe al 40% dell’investimento, sia per la realizzazione di nuovi impianti che per il potenziamento di quelli esistenti.
Il caso pratico di un piccolo condominio
Il caso analizzato riguarda un condominio con tre utenze più un’utenza per gli impianti comuni. L’analisi parte dalle bollette di tutte le utenze coinvolte: in pratica, occorre recuperare da esse i valori dei consumi su base annua.
I dati da considerare sono i consumi totali e quelli in fascia F1, che rappresentano approssimativamente la fascia diurna, cioè quella utilizzabile con la produzione fotovoltaica. Un'analisi più accurata prevede la disponibilità di questi dati con un dettaglio mensile.
Bisogna poi fare una distinzione tra i consumi delle parti comuni (es. ascensore, luci, etc…) e delle singole utenze. I consumi delle parti comuni servono per capire la quota di autoconsumo diretto dell’impianto fotovoltaico rispetto alla produzione totale di energia. I consumi delle singole utenze servono invece per capire le quote di autoconsumo “virtuale”, cioè quelle calcolate a valle dal gestore per misurare i valori della cosiddetta “energia condivisa”.
Dimensionamento dell’impianto fotovoltaico
I condomini non sono tutti uguali e non sempre si hanno a disposizione ampie superfici sulla copertura per la posa dei pannelli. L’analisi del tetto e degli accessi ad esso consente di definire il limite massimo di potenza installabile. Il dimensionamento dell’impianto, quindi, viene fatto cercando di massimizzare la resa energetica su tutte le utenze con un limite massimo dato dalla sua realizzabilità fisica.
Di solito si considera anche il limite dei 20 kWp come potenza installabile in quanto al di sopra di questa soglia sono necessari ulteriori adempimenti burocratici che riducono il rendimento dell'investimento.
Investimento e tipologia di detrazione
Ultimo passaggio riguarda la valutazione economica. Preventivo alla mano, si tratta di capire a quanto ammonta l’investimento iniziale e la quota eventuale di costi di manutenzione periodica.
Nel calcolo del ritorno economico dell’investimento un ruolo importante è dato ovviamente dalla possibilità di detrarre la suddetta spesa al 50% in 10 anni.
Nel nostro caso, infine, non abbiamo considerato la realizzazione di questo impianto in Superbonus, nel qual caso sarebbero venuti meno gli incentivi previsti per la remunerazione dell’energia condivisa.
I risultati
Nel caso pratico in questione (un piccolo condominio di 3 utenze) abbiamo ipotizzato come scelta più conveniente un impianto di 10 kWp. Il valore dell’investimento è stato di circa 1850 €/kW , valore leggermente superiore alla media attuale dei costi dovuto alla necessità di realizzare una struttura custom per i pannelli dovuto alla copertura piana e non a falda dell’edificio. Di seguito rappresentiamo i risultati finali dell’analisi, ottenuti tramite lo strumento gratuito RECON
Come evidenziato dal progetto, anche nel caso come questo di un piccolo condominio posto in una città della pianura padana, l’investimento si ripaga in un tempo di 6/7 anni con incentivi che permangono fino a 20 anni.
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